La macchina dei soccorsi ha garantito interventi efficaci e tempestivi

“PERCORSI Tra la caduta in via Mazzini di Emanuela Colombino e l’arrivo di un’ambulanza, sono trascorsi 5 minuti. E le urla di disapprovazione contro i volontari della Lavos hanno testimoniato il disappunto verso
un’organizzazione che va rivista anche dal punto di vista della sicurezza”. … Unione Sarda, cronaca di Oristano, 10 marzo 2011.

Ho letto con stupore queste righe di un articolista che sono apparse a proposito della Sartiglia. Essendo io il direttore sanitario della LAVOS ed avendo approntato il piano di soccorso che allego in copia (affinchè chi lo ignora possa consultarlo), vorrei segnalare quanto sia errata la valutazione da voi effettuata, sicuramente in modo involontario ma solo per assenza di cultura specifica.
Il soccorso non è arrivato dopo 5 minuti, ma dopo alcuni secondi. Dopo alcuni minuti è arrivata l’ambulanza per trasportare il ferito, in modo assolutamente appropriato. Ma forse non si sa che il trasporto è solo la parte finale del soccorso; l’entrata in pista dell’ambulanza viene decisa solo allorchè il paziente è stato trattato e stabilizzato e se ne è decisa la destinazione. Non come immagina chi poco accortamente può pensare, o è fermo al trasporto a rotta di collo del ferito in qualsiasi situazione, o si basa sui filmati dei soccorsi approssimati dopo gli attentati nei teatri di guerriglia.
Il ferito non è stato abbandonato a sè stesso neanche un attimo, in quanto l’intervento a terra è avvenuto, come da protocollo, dalla squadra B in pista, composta da un cardiologo esperto in emergenza ed un infermiere del pronto soccorso, coadiuvata dalla C, composta da un medico del servizio di emergenza-urgenza “118” e da un altro infermiere di pronto soccorso; nello zaino al seguito erano presenti tutti i presidi necessari al primo intervento (dai farmaci, ai liquidi per infusione, al set per rianimazione ed intubazione, all’ossigeno) ed alla immobilizzazione del paziente. Valutata la presenza delle funzioni vitali di base, è stata effettuata una completa valutazione dello stato neurologico ed un esame obiettivo completo, al termine del quale si è deciso il trasporto, previa immobilizzazione sulla tavola spinale (anch’essa in possesso dei soccorritori) con fermacapo e “ragno”. Allora, e solo allora (anche per intervenire in piena sicurezza) è entrata in campo l’ambulanza “A” con la trazione integrale che, in considerazione del buono stato clinico del ferito, ha effettuato un rendez-vous con l’ambulanza “B” che lo ha trasferito al pronto soccorso per gli ulteriori accertamenti ed ha ripreso subito la postazione in modo che la manifestazione potesse riprendere. Ecco quanto è accaduto.

Per conoscenza di tutti allego il Piano per l’intervento sanitario alla Sartiglia 2011, notificato anche alla prefettura (che non ha avuto nulla da eccepire).
E’ possibile che siamo anche noi degli sprovveduti, ma certamente allora saremmo in buona compagnia. Solo che il nostro intervento (medici, infermieri e volontari) è stato completamente gratuito. Solo che se un medico si pensa solo possa aver fatto un errore, si tratta subito di malasanità. Se l’errore lo fa un giornalista, talora infangando chi lavora umilmente, al massimo si effettua una piccola rettifica a cose dimenticate.

Gianfranco Delogu

Piano di intervento sanitario

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